RESPINTO L’APPELLO DEL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE
SCIOGLIMENTO DELLE RISERVE E CONFERMA DEL DIRITTO A PERMANERE NELL GRADUATORIE DEI DOCENTI ABILITATI
Con sentenza n. 7430/2022 il Consiglio di Stato, accogliendo le eccezioni processuali sollevate dall’avv. Antonio Rosario De Crescenzo, ha dichiarato “irricevibile” l’appello proposto dal Ministero dell’Istruzione per la riforma della sentenza del T.A.R. Lazio – Roma n. 11798/2017.
Il T.A.R. Lazio, infatti, aveva già accolto il ricorso promosso dall’avv. De Crescenzo in favore di centinaia di docenti I.T.P. per l’annullamento del D.M. n. 374 del 01/06/2017 (recante Aggiornamento delle Graduatorie di Circolo e di Istituto del personale docente ed educativo valide per il triennio scolastico 2017-2020), nella parte in cui non aveva consentito anche ai docenti in possesso di un titolo di studio (diploma di scuola secondaria superiore valido ai fini degli insegnamenti tecnico-pratici I.T.P.) di presentare domanda di inclusione nella II fascia delle predette graduatorie, riservate invece ai soli aspiranti muniti di specifico titolo abilitante.
A mettere la parola fine a questa annosa vicenda è giunto così il Supremo organo della Giustizia Amministrativa, che con la sentenza n. 7430/2022 ha rilevato l’intervenuta decadenza del Ministero dell’Istruzione dalla facoltà di proposizione dell’impugnazione per inesorabile decorso dei termini di legge, in ragione delle disposizioni dettate dagli artt. 92, comma 3 c.p.a. in combinato disposto con l’art. 327 c.p.c., accogliendo così l’impostazione difensiva dell’avv. De Crescenzo.
Per effetto di ciò, la sentenza di primo grado è divenuta inoppugnabile, con conseguente diritto dei docenti I.T.P. ad essere inclusi a pieno titolo nelle fasce delle graduatorie provinciali e di istituto riservate agli aspiranti muniti di titolo abilitante, e ciò anche in applicazione della circolare ministeriale n. 26841 del 05.09.2020.
Tenuto conto del mutato orientamento giurisprudenziale sulla vicenda dei diplomi I.T.P., la pronuncia in commento è ancor più dirompente perché i docenti coinvolti saranno tra i pochissimi a vedere riconosciuto il proprio diritto ad accedere alle suddette graduatorie, laddove per analoghe fattispecie il Consiglio di Stato si è già espresso nel merito con plurime sentenze di totale rigetto.